La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) rivolta all’età evolutiva sostiene che esiste una stretta relazione tra pensiero, emozione e comportamento, per cui tali problematiche emotive sono influenzate dal modo in cui pensiamo agli eventi che accadono.
Dato che l’intervento diretto sulle emozioni disfunzionali risulta essere abbastanza difficile, l’intervento cognitivo-comportamentale ha come obiettivo di modificare, indirettamente, il pensiero e i modi di agire che risultano essere correlati a queste emozioni.
La ricerca scientifica mette in evidenza che le reazioni emotive e comportamentali sono determinate dal modo in cui sono interpretati gli eventi: questi ultimi assumono una valenza in base al significato personale che viene assegnato alla situazione.
Riporto un esempio pratico per spiegare e comprendere meglio nel dettaglio che cos’è la TCC:
si immagina una situazione in cui, due bambini, hanno preso un brutto voto in un compito (stesso evento). Il primo bambino, di fronte al voto insufficiente, prova un’emozione di rabbia e pensa: “Ho preso un brutto voto perché sono antipatico alla maestra! Adesso che lo dico a mamma e papà si arrabbieranno con lei e daranno ragione a me!”
L’altro bambino, invece, prova un’emozione di ansia e pensa: “Mannaggia, ho preso un brutto voto! E adesso come faccio a dirlo ai miei genitori? Non posso dirglielo, perché altrimenti ci rimangono male!”
La differente reazione emotiva e comportamentale è determinata dalle due diverse interpretazioni, ossia dai loro pensieri. Quindi, lo stesso evento può portare a emozioni e comportamenti differenti a seconda di come lo si interpreta. Ciò spiega il motivo per cui una stessa situazione-stimolo può provocare in soggetti diversi, due reazioni completamente opposte.
Ecco spiegato il motivo per cui uno stesso episodio (es. il brutto voto) determina reazioni emotive e comportamentali differenti da persona a persona. Tali reazioni sono quindi la conseguenza del modo in cui i bambini interpretano gli eventi incontrati durante il loro percorso di crescita.
Altro punto essenziale di questo approccio terapeutico riguarda le caratteristiche su cui si fonda la terapia cognitivo-comportamentale:
L’approccio cognitivo-comportamentale si pone l’obiettivo di individuare e modificare il pensiero disfunzionale, ossia quella tipologia di pensieri che possono distorcere la realtà delle cose (distorsioni cognitive), attivarsi in modo rigido e generare così dei pensieri automatici negativi che producono sofferenza. Infatti, in alcuni casi, questo tipo di pensiero disfunzionale può portare allo sviluppo di circoli viziosi che mantengono la sofferenza nel tempo di determinate emozioni, come:
Tali disturbi emotivi, possono essere considerati quindi come il prodotto di circoli viziosi che mantengono i sintomi attivi nel tempo.
Pertanto, la terapia cognitivo-comportamentale aiuta a correggere i pensieri automatici negativi, sulle convinzioni e sugli schemi cognitivi disfunzionali per modificare le emozioni. In particolare, nell’età evolutiva, il sostegno psicologico è volto a favorire esperienze di apprendimento che consentano al bambino di trasformare pensieri, reazioni emotive e comportamenti inadeguati e fonti di sofferenza. Per cui è importante sottolineare che apprendere un modello di comportamento appropriato, aiuta il bambino a interagire in modo corretto con i coetanei e a sviluppare relazioni sociali sane, comporta, inoltre, anche dei vantaggi fondamentali che si riflettono sulla famiglia del bambino, migliorandone lo stile di vita e riducendo stress e frustrazione.
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