Il sonno è un bisogno primario per tutti, grandi e piccoli.
Tuttavia si pensa che se un bambino dorme male e si sveglia spesso durante la notte interrompendo il suo, e il vostro sonno, sia normale. Si pensa che quando crescerà imparerà a dormire meglio. Si pensa che basti aspettare.
La verità è che un sonno di qualità è fondamentale per il corretto sviluppo psico-fisico del bambino. Durante il sonno il corpo del bambino svolge importantissime funzioni, tra cui:– Rilascio dell’ormone della crescita, conosciuto anche come GH.
– Elaborazione di tutte le informazioni immagazzinate durante il giorno e rafforzamento dei collegamenti sinaptici a favore dell’apprendimento.
– Inibizione del cortisolo, l’ormone dello stress, con consequente rilassamento generale.
– Rafforzamento del sistema immunitario con aumento di cellule in grado di difendere il corpo del bambino da virus e batteri.
– Riparazione dei tessuti. E’ tuttavia importante differenziare le diverse fasce d’età per avere le giuste aspettative sul sonno.
Un bambino di questa età presenta un ritmo sonno-veglia molto frammentato e unico nel suo genere, vediamo perché:
– Il suo ritmo circadiano (orologio interno di 24 ore che regola il sonno e la veglia del bambino basandosi sull’alternanza tra giorno e notte) è ancora poco sviluppato. Di conseguenza non è ancora in grado di distinguere il giorno dalla notte. Questo perché ha passato 9 lunghi mesi al buio..!
– Non è ancora in grado di produrre melatonina a sufficienza. (La melatonina ricordiamo essere “l’ormone del sonno”). La ricercherà dunque attraverso il contatto pelle a pelle e il latte materno.
– Ha bisogno di dormire dalle 16 alle 18 ore totali nell’arco delle 24 ore.
– Ha un bisogno irrinunciabile di contatto e contenimento per sentirsi “protetto” come lo era nella pancia della mamma. E’ importante, a questa età, assecondare il bisogno di contatto del bambino garantendogli al tempo stesso un ambiente del sonno sicuro per prevenire il rischio di SIDS. Non è ancora il momento di farsi troppe domande sulla modalità di addormentamento e sui risvegli. Di seguito qualche consiglio utile per questa fascia d’età:
– Swaddle. Lo swaddle ha la funzione di avvolgere il bambino in modo sicuro mentre dorme, garantendogli contenimento e sicurezza.
– Rumori bianchi. Spesso si rivelano magici durante una crisi di pianto o per favorire l’addormentamento inibendo i rumori esterni.
– Tempi lenti e tanto contatto.
– Osservazione del bambino. Spesso ci sembra che un bambino di questa età abbia ritmi del tutto irregolari. Con sorpresa si può invece notare che appuntandosi su un diario i suoi comportamenti, gli orari in cui mostra di avere fame, sonno, o si mostra più attivo, sono più o meno regolari.
– Tummy time per qualche minuto al giorno per favorire lo sviluppo dei muscoli del collo.
Durante questa fascia d’età il sonno del bambino cambia radicalmente. Sono tanti i genitori preoccupati da un improvviso aumento di risvegli notturni, soprattutto perché fino a quel momento il bambino si svegliava la notte solo per mangiare!. Il quarto mese è noto per famosa la “regressione del sonno”. Noi preferiamo chiamarla “Progressione del sonno”. Questa è infatti una fascia d’età dove gli sviluppi psichici e fisici del bambino sono all’ordine del giorno!. Non è raro che un bambino che fino alla notte prima dormiva per molte ore filate, ora inizi a svegliarsi anche ogni ora! Le regressioni del sonno durano circa 2/3 settimane, E’ il momento giusto per dare al bimbo un programma di sonno veglia più regolare. A quest’età sarà infatti in grado di produrre melatonina in autonomia (il raggiungimento completo si ha verso i 6 mesi) e il suo ritmo circadiano sarà del tutto sviluppato.
Qualche consiglio per questa fascia d’età:
– Iniziare a praticare una corretta routine della buonanotte tutte le sere.
– Favorire l’ambiente del sonno (buio e silenzioso).
– Usare sacchi nanna tenendo il lettino vuoto e privo di coperte/cuscini/paracolpi.
– Iniziare ad addormentare il bambino con più supporti del sonno, evitando così la dipendenza verso un unico supporto.
– Fargli prendere confidenza con il lettino mettendolo giù quando è assonnato ma sveglio.
Dopo il sesto mese è possibile iniziare ad insegnare al bambino ad addormentarsi direttamente nel suo lettino. E’ l’età giusta per iniziare a togliere le varie “stampelle del sonno”, ossia gli aiuti esterni volti ad addormentare il bambino (allattandolo, cullandolo, toccandolo, portandolo nel lettone). Un bambino che è abituato ad addormentarsi in braccio o al seno, e ad essere messo nel lettino solo quando dorme, ecco che al suo primo risveglio di controllo non riconosce l’ambiente nel quale si è addormentato e vi chiama allarmato per essere nuovamente addormentato con lo stesso supporto del sonno. Non sa di potersi riaddormentare da solo!. Al contrario, i bambini che hanno imparato ad addormentarsi in autonomia, gestiranno i risvegli notturni proprio come noi adulti: cambiando semplicemente posizione in stato di dormiveglia!. Questo perché riconosceranno l’ambiente nel quale si sono addormentati e sapranno agganciare in autonomia i vari cicli di sonno.
Ecco dei consigli per questa fascia d’età
– Rispettate le finestre di veglia adatte all’età (il tempo in cui riescono a stare svegli e attivi prima di avere nuovamente sonno).
– Create un ambiente del sonno confortevole (sicuro, buio, silenzioso, con la giusta temperatura).
– Si a sacchi nanna (con le braccia libere).
– Routine della buonanotte.
– Corretto orario di addormentamento (tra le 18:30 e le 20:30 massimo). In questa ampia fascia d’età sono infiniti gli sviluppi e i cambiamenti che avverranno.
Una nuova scoperta motoria, l’ansia da separazione dell’ottavo mese, il linguaggio, lo svezzamento, i denti, il nido. Tutto ciò potrà ripercuotesi sul sonno. Ma un bambino che avrà una corretta igiene del sonno riuscirà ad affrontare tutti questi cambiamenti con molta più serenità.
Dopo i due anni e mezzo il bambino è in grado di comprendere cosa voglia dire “rimanere in uno spazio” durante la notte. E’ dunque il momento giusto per passare dalla culla con le sbarre ad un lettino “da grandi”. Rendete questo momento magico, facendo capire al bambino l’importanza di questo traguardo. Rendetelo partecipe nella scelta delle nuova lenzuola, fategli chiamare i nonni per annunciare la grande notizia e soprattutto, comunicategli le nuove responsabilità. Se avrà bisogno dovrà chiamarvi e aspettare che arriviate, senza scendere dal letto e vagare per la casa.
Questa età è caratterizzata anche da nuove paure.. se improvvisamente il vostro bambino vi comunica di avere paura del buio, potrete mettergli una piccola lucina da tenere accesa la notte.
Due ormoni prodotti naturalmente dal corpo ma opposti tra loro!
La melatonina è “l’ormone del sonno”, viene prodotta autonomamente dal bambino dopo il 4° mese di vita. Per assicurargli un sonno sereno è bene metterlo a letto quando la produzione di melatonina è maggiore: tra le 18:30 e le 20:30.
Se si supera questa finestra temporale e il bambino non viene messo a letto quando mostra i segnali del sonno, ecco che entra in scena il cortisolo.
Il cortisolo è “l’ormone dello stress”, e se potesse parlare direbbe “il bambino ha dato dei segnali del sonno ma non è stato addormentato, probabilmente c’è qualche pericolo. Devo tenerlo vigile e attivo, manderò quindi un messaggio al cervello con l’ordine di inviare zuccheri e grassi nel sangue!. In questo modo il bambino sarà in grado di difendersi da eventuali pericoli.”
Dormire è un diritto ed una necessità. Non dormire non è, e non potrà mai essere un’alternativa. Frasi come “devi aspettare che cresce, magari verso i tre anni imparerà a dormire meglio” o come “è normale che non dorma, ci siamo passate tutte” sono assolutamente sbagliate. La privazione di sonno non deve essere normalizzata.
Dormire è un bisogno primario per il bambino, e per voi che leggete. E c’è una grande differenza tra dormire e dormire bene, così come mangiare o mangiare bene.
Un genitore che dorme male, come può far fronte ad una giornata piena di impegni e responsabilità? Semplice: non può.
Quando il sonno di un genitore è compromesso, è compromessa anche la sua vita. E spesso, quella del suo bambino. Perché? Perché un genitore che cade a pezzi dalla stanchezza non è un genitore lucido.
E’ distratto, è confuso, è spesso depresso (la mancanza di sonno è la prima causa di depressione). Un genitore che non dorme va avanti per inerzia.
Guida? Rischia un incidente.
Cucina? Rischia di lasciare il gas acceso.
Lavora? Rischia di essere licenziato perché non può più tenere gli occhi aperti.
Pensa al suo bambino? A volte fa pensieri brutti anche su di lui, pur di sentirlo smettere di piangere la notte.
Calmare il pianto del proprio figlio è istintivo, il come farlo purtroppo non lo è.
E un genitore con privazione di sonno non ha sempre la lucidità di pensare con coscienza. Ecco dunque che chiedere aiuto se non si sa come insegnare al proprio bambino a dormire in autonomia è fondamentale.
Mamme, papà: la soluzione c’è!
Il metodo con cui insegnare al proprio bambino a dormire in autonomia deve essere scelto insieme alla Consulente del Sonno. Lei sceglierà un metodo personalizzato per la vostra unica situazione. Non tutti i bambini sono uguali e non tutti i genitori si trovano a proprio agio con gli stessi metodi. Tuttavia non temete, il percorso verso il sonno autonomo è una strada che percorrerete insieme al vostro bambino. Nessuno verrà lasciato a piangere da solo senza consolazione!
La vostra presenza è garantita al fianco del vostro bambino fino a che ne avrà bisogno.
La chiave del successo sarete voi, con la vostra costanza e la vostra motivazione.
Quando avrete al vostro fianco una professionista del sonno che vi supporterà per tutto il percorso e che crederà in voi, sarà molto più facile credere nelle capacità del vostro bambino.