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I DISTURBI DEL SONNO NEI BAMBINI

i disturbi del sonno nei bambini

I disturbi del sonno nei bambini sono estremamente frequenti e impattano fortemente la serenità e il benessere delle famiglie. Iniziamo con alcune Considerazioni generali

– Il sonno è un bisogno universale di tutte le forme di vita superiori (compreso l’Uomo)
– Gli esseri umani spendono un terzo della loro vita dormendo
– La deprivazione di sonno induce gravi conseguenze fisiologiche
– Il sonno si divide in due componenti principali: sonno NREM (non- rapid eye-movement) e sonno REM (rapid eye-movement)
– Il sonno NREM si divide nelle fasi 1 (ora chiamata N1), 2 (N2), 3 e 4 (N3), che rappresentano un continuum relativo di profondità
– Ogni fase presenta caratteristiche specifiche: onde cerebrali, movimenti oculari, tono muscolare – Tali caratteristiche vengono registrate con specifici strumenti (polisonnografia)
– Nel corso di un periodo di sonno le fasi NREM e REM si alternano ciclicamente
– Il motivo di tale alternanza non è ancora compreso, ma la sua alterazione determina significativi disturbi del sonno

Il sonno e l’età: La durata del sonno e la struttura stessa del sonno si modificano con l’età

– Nel neonato il ciclo NREM – REM dura circa 50 minuti, e la fase REM rappresenta il 50% del sonno totale
– A 3 anni la fase REM viene ad essere come quella adulta – 25%, continua il sonnellino pomeridiano per poi scomparire nella fase di adolescenza
– Tra i 3 e i 9 anni si ha la più alta percentuale di sonno NREM e da qui la presenza di grosse difficoltà ad alzarsi dopo essersi addormentati e i possibili terrori notturni con enuresi
che caratterizzano questa fase
– Poi la fase NREM tende sempre più a diminuire nell’adulto per arrivare nell’anziano dove la fase REM è breve ed egli tende a dormire di meno ma si corica di più, ovvero aumenta il sonno pomeridiano e diminuisce quello notturno

Dormire in maniera salutare richiede:

– Una durata adeguata
– Un timing adeguato
– Una buona qualità
– Regolarità
– Assenza di disturbi (respiratori, GI, etc..) Questo porta a: miglioramento dell’attenzione, del comportamento, dell’apprendimento, della memoria, dell’ emozionalità, della qualità della vita. Viceversa: oltre ai disturbi degli aspetti sopracitati, è correlato a maggior rischio di infortuni, ipertensione, obesità, diabete, depressione, autolesionismo, suicidi.

EtàN° ore/dieN° pisoliniDifficoltà frequentiBuone abitudini
0-3 mesi16-18Cicli brevi (1-4 ore); ColicheContenimento posturale; fascia; petto-a-petto
3-12 mesi144 -> 2Risvegli frequenti in corrispondenza di nuove acquisizioni; dentini; diff. respiratorieAddormentarsi nel proprio letto; attività motoria
12-36 mesi122 -> 1Resistenza all’addormentamento; diff. respiratorieAlimentazione corretta; Regolarità degli orari; attività motoria; pochissima tecnologia
3-5 anni11-121 -> 0Paure e incubiAlimentazione corretta; no tecnologia durante e dopo cena; sport
6-12 anni10-11Cattive abitudini, uso della tecnologiaAlimentazione corretta; No tecnologia dopo cena; sport
12-18 anni91Orari  scolastici, a letto più tardi; umoralitàAlimentazione corretta; Organizzazione valida delle attività; sport

Tutti i disturbi del sonno dei bambini, indipendentemente dal sistema nosografico di riferimento, possono per comodità clinica essere inquadrati in 4 macrocategorie:

1. disturbi del ritmo circadiano sonno-veglia
2. dissonnie (insonnie e ipersonnie)
3. parasonnie
4. disturbi secondari ad altre patologie (mediche o psichiatriche)

Le insonnie del bambino

Disturbi dell’inizio del sonno “per associazione”
Sono condizioni che si manifestano in un bambino quando, nello stato di veglia che precede l’addormentamento, vengono improvvisamente a mancare oggetti, situazioni o cerimoniali che normalmente accompagnano l’addormentamento stesso. Questi possono essere costituiti da attivi interventi di chi gestisce il bambino (cullarlo, tenerlo in braccio. ecc) o dalla percezione passiva di aspetti ripetitivi (la presenza costante di una luce, di una bambola, ecc).

Insonnia da inadeguata igiene del sonno
Prende origine da comportamenti inadeguati di chi ha la responsabilità di accudire i bambini (in genere i genitori), si caratterizza per la mancanza di organizzazione della giornata del bambino in uno schema minimamente ordinato e regolare. Nell’età post-adolescenziale diventano però importanti anche scelte e abitudini personali. Può anche esordire solo in età adulta, e si caratterizza allora o per la messa in atto di comportamenti che non facilitano l’addormentamento o per la presenza, all’interno dell’ambiente in cui si deve dormire, di elementi o situazioni capaci di ostacolare il sonno stesso. Il disturbo di fatto determina una significativa riduzione della potenza del processo omeostatico che si “scarica” ogniqualvolta si dorme.

Insonnia da assunzione durante la notte di cibo/bevande
Si può manifestare sia in età infantile sia in età adulta. Nei primi mesi di vita il lattante fisiologicamente si sveglia nella notte per chiedere cibo, ma l’organizzazione dell’attività quotidiana e la crescita rendono sempre meno efficaci i cosiddetti segnali notturni della fame, normalmente i risvegli durante il sonno di notte si riducono gradatamente fino a scomparire. Nella sindrome dell’insonnia da assunzione notturna di cibo o bevande, la fame è più di tipo “appreso” che reale, ossia non è causata da un vero deficit nutrizionale (semmai, la quantità di cibo assunta nelle 24 ore risulta alla fine eccessiva).
Nell’adulto è nota come “night-eating sindrome” (NES), caratterizzata clinicamente dalla triade: iperfagia notturna, insonnia e anoressia mattutina. Si tratta in genere di soggetti attorno ai 35 anni, sovrappeso, nella stragrande maggioranza dei casi, di sesso femminile.

Insonnia comportamentale del bambino:
3 sottotipi:
•Difficoltà all’addormentamento (1-3 anni)
•Rifiuto di andare a dormire (2-5 anni)
•Disturbo combinato

I disturbi del sonno nei bambini possono essere risolti in vari modi, è comunque importante seguire le regole suggerite dalla Società Italiana di Pediatria:

i disturbi del sonno nei bambini, le regole della società italiana pediatria
1.Rispettare l’orario della nanna tutte le sere. Abituare il piccolo sin dalla tenera età ad addormentarsi sempre alla stessa ora, adattando i ritmi della famiglia a quelli del bimbo e non viceversa (se si tiene sveglio il bambino perché il papà arriva tardi e vuole giocare si sposta in avanti tutto il suo sonno). Le buone abitudini vanno mantenute e consolidate nell’arco della crescita, variandole in base all’età.
2.Far dormire il bambino sempre nello stesso ambiente (che sia la sua cameretta o nei primi mesi quella dei genitori) adeguatamente preparato, con luci soffuse senza device accesi, ed eventualmente con una musica dolce e monotona di sottofondo. Non farlo addormentare in ambienti diversi, come sul divano in sala mentre si guarda la televisione. Costruiamo e manteniamo gli stessi rituali di avvicinamento al sonno.
3.Dissociare la fase di alimentazione da quella dell’addormentamento. Nei primi due o tre mesi di vita manca la fase di addormentamento, nel senso che non è possibile riconoscere con precisione quando il bambino sta crollando. Nei mesi successivi invece appena si notano alcuni segnali (non succhia più con forza, chiude gli occhietti) si deve staccarlo dal seno e metterlo nel lettino.
4.Rispettare l’orario dei pasti durante il giorno. Anche se il bambino va al nido cercare di mantenere gli stessi orari del pranzo, merenda e cena, adeguando i nostri orari ai suoi.
5.Mai usare il tablet o altri dispositivi elettronici dopo cena. Spegnere tutto almeno un’ora prima dell’addormentamento. La luce dei device riduce la produzione della melatonina che favorisce l’addormentamento. Mantenere tutti gli apparecchi elettronici, inclusa la televisione, il computer e il cellulare fuori dalla stanza da letto.
6.Non dare troppo cibo o acqua prima di dormire. Evitare il latte o altri liquidi compresa la camomilla durante i risvegli, preferire piuttosto l’utilizzo di un oggetto consolatorio per riaddormentarsi, come il ciuccio per esempio.
7.Regolare con attenzione l’esposizione alla luce. Per il sonnellino pomeridiano mantenere la luce dell’ambiente; ridurre l’esposizione il più possibile per la notte; potenziare la luce appena svegli. Il nostro ritmo sonno veglia, come quello dei nostri figli, è governato dall’alternanza della luce e del buio.
8.Evitare sostanze eccitanti dopo le ore 16. No a tè, solo deteinato in caso, no a bevande contenenti caffeina e no alla cioccolata.
9.Favorire un’alimentazione equilibrata. Con un adeguato introito di liquidi durante il giorno. Preferire cibi contenenti fibre e triptofano che è un precursore della melatonina, come carni bianche, pesce azzurro, verdure verdi, legumi e cereali.
10.No ai bambini nel lettone. Dopo i primi 8/10 mesi di vita, abituarli all’autonomia vuol dire anche lasciarli dormire nel proprio ambiente. Nei casi di risveglio, riportarli sempre nel loro lettino. Un metodo che può funzionare è promettere un premio al bambino se non va nel letto dei genitori.

I disturbi del sonno dei bambini quindi possono trovare una buona risposta attraverso un’adeguata igiene comportamentale, approcci psicologici/psicoterapici, cure mediche e cure osteopatiche.

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